Dopo aver lavato con cura e liberati i "friarielli" dei gambi stopposi e delle foglie troppo grandi. Basta sgocciolarli ben bene (senza lessarli per non far perdere sapore) e buttarli nell'olio bollente dove l'aglio si è già indorato e il peperoncino. Chiudere con un coperchio e evitare la fiamma troppo alta. La cottura è giusta se consente di sentire la consisitenza dei friarielli senza arrivare al totale spappolamento che ridurrebbe il caratteristico retrogusto un pò amarognolo. La morte dei "friarielli" è con la salsiccia. E' consigliabile fare le salsicce in un altro tegame ed unite ai friarielli (già pronti) prima che siano rosolate completamente. Il resto della cottura, infatti lo possono completare proprio nella padella di friarielli. Si chiamano friarielli dal verbo friere: in napoletano friggere. La radice è di derivazione greca. Il verbo però si è rafforzato quando a Napoli a comandare erano i francesi. Per loro la frittura era ed è molto importante, tanto che in francese buongustaio si dice frison.