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martedì 24 gennaio 2012

Napoli Sotteranea

Piazza S. Gaetano (Napoli)

A quaranta metri di profondità sotto le vocianti e caratteristiche vie del centro storico di Napoli, si trova un mondo a parte, per molto ancora inesplorato, isolato nella sua quiete millenaria eppure strettamente collegato con la città.

E’ il grembo di Napoli, da cui essa stessa è nata. Visitarlo significa compiere un viaggio nel tempo lungo duemila e quattrocento anni.

Ci sono passaggi segreti, cisterne, catacombe, acquedotti, per una superficie complessiva che supera i 600.000 metri quadrati ma non si sa chi iniziò a scavare queste cavità.

Forse i Greci che scelsero questi luoghi per fondare la loro antica Neapolis furono attirati proprio dalle rocce gialle del monte Echia, un piccolo vulcano spento che sorge alle spalle della attuale centralissima Piazza Plebiscito, infatti secondo molti archeologi il tufo usato per edificare la cittadella sul vicino isolotto di Megaride venne estratto proprio da quella montagna.

Mentre nel corso dei secoli in profondità aumentavano i metri cubi di vuoto, in superficie si sviluppava una città in "positivo", con i suoi palazzi e i suoi castelli. Oggi gli esempi più rappresentativi di come gli architetti napoletani hanno utilizzato il tufo giallo sono il Castel dell’Ovo costruito sull’ isolotto di Megaride, il Castel Sant’Elmo del 1329 sulla collina di San Martino, e il secentesco Palazzo di Donn’Anna sul mare di Posillipo. Napoli è stata quindi costruita con la stessa pietra del suo sottosuolo, con una "continuità geologica" forse unica al mondo.