E' probabile che il lotto abbia origine romana, in quanto, allora, esistevano dei giochi alla fine dei quali si estraevano dei premi da un' urna. Ma , a parte questa suggestiva ipotesi, la storia del lotto è la seguente. Non deve a Napoli bensì a Genova la propria origine ( 1576 ) il gioco del lotto. A quell'epoca i genovesi, già allora celebri per il loro fiuto commerciale, erano soliti scommettere sull'estrazione a sorte che si eseguiva ogni anno per eleggere otto senatori, per questo si chiamò gioco dell'otto modificato poi in lotto. Il sistema era questo: Si mettevano nell'urna centoventi nomi di notabili tra i quali i primi cinque estratti a sorte dovevano ricoprire incarichi al Senato e al Consiglio dei procuratori della repubblica. Si cominciò con lo scommettere su questi cinque nomi. Successivamente i nomi imbussolati divennero solo novanta e furono contraddistinti da un numero; in parallelo le scommesse vennero fatte non solo su uno dei numeri, ma anche su due o su tre, dando così vita all'estratto, all'ambo e al terno, che per parecchio tempo furono le sole combinazioni su cui si basò il gioco. Non potevano sfuggire, a quel punto, ai genovesi, dato il loro spirito estremamente positivo, le possibilità economiche che da quel gioco potevano scaturire: così lo regolarizzarono e lo istituzionalizzarono; nel 1643 il governo genovese decretò una tassa sul lotto e lo considerò oggetto di privativa anche se sempre con finalità benefiche. A Napoli si diffonde un secolo dopo ed è chiamato a lungo " il gioco dell'estrazione per li Seminarj di Genova ". Dalle lotterie private si passa alla lotteria di stato, cioè al lotto. Avvenne nel 1672 e ad introdurlo fu determinante un grave fattore politico. La Spagna aveva bisogno di 350.000 ducati. Il viceré, marchese di Astorga, per non gravare di balzelli il popolo, andava escogitando qualche espediente per racimolarli. Ci fu allora, " un erudito ingegno forastiero " che propose d'introdurre " la beneficiata all'uso di Venezia e Genua ". La novità fu accolta con un certo scetticismo dal popolo che, però, non seppe resistere alla tentazione di sfidare la sorte. I premi che dava il governo di allora erano: 18.000 ducati per gli estratti, 45.000 per gli ambi e 120.000 per i terni. L'estrazione del lotto, fino al 1818, aveva luogo due volte al mese; dal 1818 in poi si effettuava ogni sabato fino all'odierna novità delle tre estrazioni settimanali.