In dialetto napoletano “tarall’ nzogna e pepe”. È un tarallo al forno i cui ingredienti sono farina sugna e pepe ed è ricoperto da mandorle sulla parte superiore. Come molti dei prodotti alimentari di antica tradizione, la sua ricetta è il frutto della creatività di antiche generazioni, la cui principale preoccupazione era sfruttare tutte le risorse alimentari che avevano a disposizione. Furono, così, i fornai del XVII secolo che, per non buttare i ritagli avanzati dalla pasta con cui avevano appena preparato il pane, che decisero di aggiungervi un po’ di “nzogna”, cioè il grasso di maiale, e parecchio pepe e di darvi la forma di taralli intrecciati e di cuocerli in forno. All’inizio dell’800 il tarallo nzogna e pepe si arricchì di un altro ingrediente, che tuttora ne è parte integrante: la mandorla. Per la sua caratteristica di cibo povero, il tarallo si consumava nelle osterie accompagnato a del vino, mentre oggi è diffusissimo, consumato come aperitivo, che si può acquistare fresco nelle panetterie e nei chioschi: è un classico comprare i taralli a Mergellina, nei chioschi del lungomare, e sgranocchiarli passeggiando con una birra gelata.