Fiera del Crocifisso, che per tradizione si svolge ogni venerdì di marzo, a meno che questo non cada di Venerdì Santo, trarrebbe origine dalla venerazione di un'antichissima Croce lignea, che si trovava nella chiesa dei Padri Olivetani, nel Monastero di san Benedetto. A questa Croce, infatti, si attribuiva la miracolosa conversione di un famoso alchimista salernitano, tale Pietro Barliario, vissuto tra l'XI e il XII secolo. Leggenda vuole che un giorno, mentre il mago si trovava fuori di casa, due suoi nipoti, Fortunato e Secondino, entrati nel suo laboratorio aprissero casualmente un libro di negromanzia; atterriti nel vedere quei caratteri indecifrabili e quei nomi di demoni, i due sventurati fanciulli furono presi da tale spavento che caddero a terra morti. Il mago, fuori di sé per il dolore, bruciò quel libro infernale e corse alla Chiesa dei Padri Olivetani per implorare il perdono del Cristo Crocifisso. Qui, dopo tre giorni e tre notti di lacrime e preghiere, ecco il miracolo: la testa del Salvatore, staccandosi dalla croce, si piegò leggermente verso di lui e aprì gli occhi, in segno di perdono. Alla notizia del miracolo, una folla di pellegrini si riversò nella chiesa di San Benedetto e continuò a farlo nei venerdì di marzo, consacrati alla celebrazione della Croce, fino a quando il convento e la chiesa non vennero requisiti dal sindaco Luciani, per uso militare.